Vi voglio portare a una cena a Nagasaki con noi. Un izakaya, un piatto mai provato e del buon sake.
Questa serata inizia con un aperitivo al Dejima Wharf. Campari e succo d’arancia per me, nastro azzurro per Takaya, focaccia fatta in casa e caprese. Poco giapponese.
Ma il vento si è alzato, l’aria diventa pizzichina e noi abbiamo portato solo vestiti leggeri. C’è solo una cosa da fare: googlare uniqlo.
Takaya mi fa da personal shopper e dopo i 7 maglioni tutti più o meno uguali che ho provato (ma che dei quali non me ne stava bene neanche uno!) alla fine ne me ha portato uno che era proprio LUI: caldo, avvolgente e color cremina. Preso!
Con un maglioncino e una sciarpina nuovi ci dirigiamo verso l’izakaya accuratamente selezionato…Non da me ovviamente! 🤣 (che credetemi, non sbaglia mai).
Attraversiamo un ponte e ci fermiamo davanti al semaforo rosso.
MA…
Takaya alza gli occhi…Una porticina piccola, una lanterna gialla e il menù appeso fuori.
Non era dove volevamo andare ma…
Uno sguardo veloce al menù appeso fuori e in meno di un minuto siamo seduti dentro con un shibori (piccolo asciugamano umido) caldo in mano.
Ordiniamo del sashimi e mentre Takaya ordina una birra alla spina, io chiedo del nihonshu, il sake di riso.🍺
“Se mangio il sashimi mi piace bere il nihonshu”🍶
“Che piacere che mi fa sentire questa cosa! Anche per me è così” il signore seduto due posti più in là al bancone era felicissimo, ha iniziato a chiacchierare e farmi un sacco di domande e alla fine il primo giro ce lo ha offerto lui.
Dietro al bancone due signore fanno suonare le pentole e la più anziana ci porta subito un antipasto, tra cui ci sono…Degli arachidi bolliti 🥜!
Takaya ha smania di chiacchierare con loro, lo capisco perché inizia a farmi domande delle quali so che sa già là risposta. Ma lo vedo che freme, che vuole farsi raccontare la loro storia.
E piano piano iniziano.
👨🏻🍳 Ci racconta di quando suo marito, al quale si riferisce usando il termine マスター masutaa , che significa proprietario, chi dirige l’izakaya.
Ci dice che viene dalle isole di Goto ha iniziato a lavorare come impiegato a Kyoto , ma non faceva proprio per lui.
Così ha deciso di cambiare e andare a lavorare in un rinomato ristorante a Kyoto. Dopo qualche anno al fianco di rinomati chef è tornato a ovest, a Nagasaki.

Rakkyo, una specie di scalogno in sottoaceto giapponese
Ogni cosa è deliziosa, abbiamo mangiato il sashimi, il tofu bollito, il rakkyō, le seppie con melanzane e miso e il pesce bollito con il daikon, la loro specialità che hanno spesso anche preparato per alcuni famosi lottatori di sumo.
Tra una piatto e l’altro ci raccontano di quando dei lottatori di sumo sono andati a cena lì e sono a malapena passati dalla porta. Ha detto che hanno mangiato e bevuto tantissimo, ma che nessuno, neanche un volta è andato a fare pipì (perché da quella porta davvero non ci sarebbero passati poi!). Ma questa cosa della pipì le era rimasta davvero impressa, la signora ha detto che secondo lei è per quello che hanno una vita breve, non fanno abbastanza pipì.
E poi abbiamo iniziato a chiedere di Nagasaki. La signora più anziana si appoggia al bancone e inizia un lungo racconto.
C’è un matsuri che si chiama Kunchi viene fatto ogni 7,8 e 9 ottobre, ( per questo dicono しち、はち、くんち shichi, hachi, kunchi ) e ha una tradizione lunga 380 anni. Gli abitanti di Nagasaki si preparano per tutto l’anno al matsuri, escono prima dal lavoro in quei giorni e in tutta la città c’è aria di festa. I bambini iniziano a farne parte assieme ai genitori, per le strade, nel fiume, nei santuari… Un manto colorato ricopre Nagasaki.
Tutti i carri che si usano per le sfilate sono fatti a mano e si possono vedere nel museo di Glover Garden, vengono spinti o sollevati dalla sola forza umana, così come i Mikoshimoricho みこしもりちょう, che vengono portati in cima al santuario Suwa e il 7 vengono portati in spalla giù per la scalinata e poi in giro per la città (e questi a differenza di altri non hanno ruote).(Mikoshi: palanchini di legno con sopra un piccolo tempio con dentro un Kamisama 神様, un dio.)
🏮Di queste due signore non so neanche i nomi, ma per ogni piatto c’era un aneddoto o una racconto dietro. Ci hanno fatto vedere Nagasaki con i loro occhi e anche se quest’anno il matsuri non ci sarà a me sembra di esserci un po’ andata.
Mi è sembrato anche di cenare con un lottatore di sumo seduto nel tavolo lì dietro, con i capelli tirati su, avvolto in in un kimono maschile e la cintura stretta in vita.
Siamo usciti pieni di cibo e felicità, perché una delle cose che ho imparato in Giappone è quanto non solo sia importante cosa si mangia e con chi, ma anche chi te lo prepara e cosa ti racconta mentre lo fa.
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Link utili:
Izakaya: nome 大賀 Taiga indirizzo 〒850-0861 長崎県長崎市江戸町1−12
QUI trovi il mia lista di luoghi di Nagasaki su google maps.
Sito web della città di Nagasaki QUI
Informazioni sul Matsuri Kunchi QUI
Vuoi vedere un incontro di Sumo? Ho trovato questo video su youtube!
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Guenda
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