2017 VS 2021: come è nato tutto
Non so quanti di voi erano già con me nel 2017, ma vi vorrei raccontare un pezzettino della mia, anzi della nostra, storia.
Ciao! Se sei qui è perché forse mi vuoi “ascoltare” mentre ti racconto la nostra storia. Con nostra intendo de “Lamiakyoto”, il profilo Instagram che ho aperto un po’ per gioco, ma attraverso il quale abbiamo preso il coraggio per avviare un progetto di lavoro personale.
【Versione integrale della newsletter】
L’arrivo in Giappone
Quando sono arrivata in Giappone, pensavo di rimanerci giusto 6 mesi.
“È un paese che non fa per me”, “giusto il tempo di migliorare la lingua e poi torno in Europa”… Mi ero già messa in testa tutta una serie di concetti e convinzioni che, però, ho dimenticato in fretta una volta arrivata là.
Dopo nove mesi di studio ho deciso che volevo provarci ancora un po’. Volevo vedere cosa potevo fare e se a Kyoto ci fosse stato davvero un posticino per me.
Il primo lavoro a Kyoto
Il posto l’ho trovato, sia di lavoro che del cuore; io e Takaya siamo andati a convivere molto presto, un po’ entusiasti (o incoscienti, scegliete voi!) e ho iniziato a lavorare in una piccola catena di hotel, che complice il boom di turisti che stava arrivando, aveva bisogno di staff che sapesse parlare le lingue. Orario ottimo, stipendio nella media e tanti colleghi stranieri.
Ogni giorno sfrecciavo in bici verso uno degli hotel per cui lavoravo: ero entusiasta dei quello che facevo, ma il passo tra studentessa e lavoratrice ha portato con sé non pochi cambiamenti. Dopo qualche mese il mio umore ha cominciato ad essere uno yo-yo che oscillava tra “waaaa adoro il Giappone!” e “grrrr odio questo Paese!” e anche il lavoro era diventato un po’ monotono e poco motivante.
L’account Instagram
Io finivo di lavorare alle 17:30, Takaya arrivava sempre dopo le 20. Facevo la spesa, cucinavo, giravo in bici. I miei amici della scuola di lingua, però, se ne erano tutti andati da Kyoto. Dalla vita da studentessa dove mi sentivo wonder-woman, sempre in giro con qualcuno a scoprire posti nuovi, ero passata a una nuova routine mi sentivo un po’ una Desperate Housewife (e anche un po’ sola).
Così, un po’ per passatempo e un po’ voglia e bisogno di comunicare, ho iniziato a parlare del Giappone sul mio account personale di Instagram e nell’estate del 2017 ho aperto un profilo pubblico per parlare di Kyoto e della mia (nostra!) vita lì.
Il cambiamento: ci trasferiamo a Osaka
Sono sempre stata abbastanza impulsiva: volevo cambiare lavoro. Se avessi trovato qualcosa di meglio sarei rimasta in Giappone, se no avrei considerato di tornare in Italia. Un giorno a fine lavoro ho chiamato il mio area manager e gli ho detto che avrei smesso di lavorare il mese successivo.
Cercare lavoro non è stato semplice, ma alla fine ho trovato un annuncio che faceva proprio al caso mio. Una compagnia che cercava un’assistente per il Creative Director per creare contenuti per il sito web (foto, video).
Se mi conoscete già sapete che poi il lavoro che ho fatto è cambiato tanto nel corso dei tre anni. Mi sono creata il “mio mondo”, organizzando tutti i prodotti e gli stock nella parte import, facendo da tramite con i fornitori, controllando gli stock e facendo gli ordini. Ho visto il mio ruolo nascere e crescere e mi è piaciuto tantissimo!
E Takaya in tutto ciò dov’era? Sempre lì, sempre insieme. Anche lui ha lavoro in banca a Kyoto e ne ha trovato un a Osaka, in una compagnia che di occupa di training per le grandi aziende, focalizzati in particolare a dare una visione globale del mondo del lavoro e dell’interazione tra le compagnie… Difficile da spiegare, ma molto interessante!
Lasciamo il lavoro a Osaka
Io e Takaya siamo andati a vivere insieme a inizio marzo 2017 in un appartamento con le pareti verdi chiare nel cuore di Kyoto. Da quel momento sono passati più di 4 anni: io e Takaya ci siamo licenziati, spostati a Osaka, abbiamo viaggiato insieme e fatto tante belle esperienze di cui sono molto contenta.
Con l’arrivo del 2021 abbiamo riflettuto molto sul nostro stare insieme. Lo so sapete, è stato un anno che ha fatto riflettere tutti.
Abbiamo deciso di mettere le basi (anche legali) per la nostra famiglia e ci siamo sposati.
Come 3 anni prima, a un mese di distanza l’uno dall’altra ci siamo licenziati e poi abbiamo preso un volo per l’Italia.
Seduti in cucina, con un caffè, tanta acqua e l’aria fresca stiamo portando avanti quello che abbiamo iniziato un po’ di mesi fa e costruendo le basi del nostro futuro. Tutto ciò mi spaventa? Un sacco! Ne sono contenta? Tantissimo.
Abbiamo lavorato sodo affinché potessimo farlo
Ma davvero lasciate il lavoro? Ma come fate poi? I soldi?
Quando ho detto che avremmo lasciato il lavoro per tornare qualche mese in Italia, mi è arrivato tantissimo affetto e sostegno. Non sono mancate però le domande, più o meno opportune, sui dettagli finanziari, temporali e personali.
Ma cosa farete dopo? Ma come fate? Ma chi vi mantiene? Ma non lo sai che qua è difficile trovare lavoro?
Non esiste un “dopo”. Abbiamo iniziato a muoverci da mesi prima di lasciare il lavoro, risparmiando e pensando al lavoro che vogliamo fare, perché, spoiler! Ci piace lavorare ed e quello che vogliamo fare!
Takaya Sensei e Lamiakyoto
Vivendo in Giappone mi sono resa conto di quanto divario ci sia ancora tra il giapponese che si studia e quello che realmente si usa. Me ne sono accorta molto durante le conversazioni online che facciamo in giapponese. C’è un divario che noi possiamo riempire! Ne abbiamo la capacità e ora stiamo creando i mezzi.
Un altro punto è lo studio del giapponese: ho ricevuto tantissimi messaggi di persone che vorrebbero studiarlo, ma non trovano un corso adatto. C’è chi ha provato da autodidatta, ma ha capito che da soli è davvero dura.
Ci siamo decisi e ci siamo detti: “vogliamo trasmettere il giapponese e la sua cultura! Lo vogliamo fare a modo nostro, attraverso i nostri occhi, le nostre esperienze!”
Così il 21 febbraio Takaya è andato a sostenere l’esame per ottenere la certificazione di insegnante di giapponese. È stata una bella giornata, una di quelle in cui senti che stai facendo un passo aventi verso il futuro. Un volta finito ci siamo incontrati al parco di Osaka e siamo andati a vedere gli alberi di prugno in fiore.
Il 7 giugno, poi, siamo andati all’ufficio delle tasse a Kyoto e abbiamo registrato la Lamiakyoto. Era un giornata caldissima e abbiamo pranzato in un piccolo di ristornate di “Saraudon” piatto tipico di Nagasaki.
Ci sono stati molti altri giri di ufficio, chiamate, decisioni e passaggi. Ma per oggi mi fermo qua, che ho già scritto tanto!
Ti ringrazio per aver letto fino a qua, ci tenevo a raccontare questa parte della nostra storia per renderti partecipe di cosa è successo in questi ultimi mesi. Ho sempre ricevuto molto supporto e ringrazio tutti per questo.
Guenda
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